Frutto di due anni di ricerca e di studi il volume “Come dire qualcosa di sinistra da Blair ad Obama, dalla terza via al presidente Youtube” scritto dal giornalista e sociologo Francesco Pira ed edito da Franco Angeli è stato presentato presentato a Bagheria, lo scorso 5 luglio.
Alla presentazione oltre all’autore hanno preso parte parte la vice-presidente dell’ordine dei Giornalisti Teresa Di Fresco, il consigliere regionale dell’associazione italiana di Comunicazione pubblica ed Istituzionale, Giovanni Proietto, il professore di sociologia all’università di Palermo, Giacomò Mulè.
Ha coordinato l’incontro la giornalista responsabile dell’ufficio stampa comunale, Marina Mancini.
Alla presentazione sono intervenuti gli assessori alla Comunicazione Istituzionale, Emanuele Tornatore e alla Cultura Filippo Maria Tripoli.
registrazione integrale della presentazione
Il volume di Pira, docente di comunicazione all’Università di Udine, è un lavoro adottato in alcune sedi universitarie.
locandina presentazione libro Pira”Barack Obama, – ha spiegato Pira – il quarantaquattresimo presidente degli Stati Uniti d’America, è un fenomeno comunicativo planetario cresciuto nel tempo, che si è addirittura consolidato con numeri incredibili; denominato il presidente YouObama può contare ancora oggi su una macchina di sostenitori e attivisti che attraverso la Rete opera sul territorio continuando il lavoro di collegamento con il Presidente. L’elezione di Obama ha rappresentato sotto ogni punto di vista una vera rivoluzione, il primo presidente afroamericano, il primo presidente Web 2.0, il più giovane, una carriera assolutamente anomala. Eletto Senatore nel 2004 diventa presidente solo quattro anni più tardi”.
Un libro che analizza i nuovi modi di comunicare, utile ai politici, ai dirigenti di Partito, agli studenti di Scienze della Comunicazione, Relazioni Pubbliche, Scienze Politiche e Sociologia, ma anche alle cittadine e ai cittadini che vogliano confrontarsi con modelli politici che hanno dato e stanno dando un forte contributo al cambiamento, per capire se e come questo modo di fare politica può diventare patrimonio della cultura del nostro Paese.
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