“Vigilate sulle Amministrazioni e gli uffici. Cosa nostra non è invincibile”

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news.pngIl procuratore Ignazio De Francisci bacchetta i Comuni in un incontro pubblico.

Un articolo sull’Approfondimento di Bagheria numero di Giugno 2009.

Di seguito l’articolo originale.

(Qui l’articolo ridotto)

Magistrati, giuristi e amministratori pubblici si sono incontrati venerdì 24 aprile per confrontarsi sul “valore della costituzione di parte civile degli Enti Pubblici e delle associazioni nei processi contro il crimine organizzato”, convegno organizzato dall’associazione antiracket e antiusura del Comprensorio bagherese, presieduta da Pippo Cipriani.
Assente giustificato il ministro della Giustizia, Angelino Alfano; il guardasigilli era impegnato altrove in occasione della commemorazione del 25 aprile, al suo posto è giunto il senatore Giacomo Caliendo (PDL) magistrato, sostituto procuratore generale Corte di Cassazione, oggi sottosegretario alla Giustizia.
Per il convegno l’associazione ha scelto un luogo simbolo: villa Santa Teresa, a Bagheria, sequestrata a Michele Aiello, condannato in primo grado per associazione mafiosa e ora sotto amministrazione giudiziaria coordinata da Andrea Dara.
Un parterre di addetti ai lavori si è confrontato su di un tema che ha visto coinvolta Bagheria quale protagonista in quanto parte civile nel processo denominato Talpe e che ha prodotto un risarcimento di tre milioni di euro per la città delle ville.
Dal procuratore aggiunto della Dda di Palermo, Ignazio De Francisci, all’avvocato Nino Caleca, responsabile legale lega Coop Sicilia, dal’avvocato Ettore Barcellona, coordinatore del centro assistenza legale Pio La Torre al noto avvocato palermitano Alfredo Galasso, membro del consiglio superiore della Magistratura dall’’81 all’’86, da Lillo Speziale, presidente della Commissione regionale antimafia al procuratore distrettuale antimafia Francesco Messineo ed una serie di rappresentanti delle amministrazioni locali tra i quali il sindaco di Bagheria, Biagio Sciortino.
Dopo un’introduzione di Cipriani che ha coordinato l’incontro, la parola è passata ad Andrea Dara, amministratore giudiziario di villa Santa Teresa che ha illustrato i risultati di una gestione sana cui è soggetta in questo momento la villa che è assurta a simbolo di legalità e a Salvatore Camilleri, presidente del Consorzio Metropoli Est, agenzia di sviluppo che racchiude 13 comuni e che ha istituito un ufficio legalità dove le vittime di usura e racket possono trovare supporto.
“No alla mafia, sì ai percorsi di legalità” – ha tuonato il sindaco Sciortino plaudendo all’iniziativa e all’operato dell’associazione guidata da Cipriani. “Il nostro è un territorio che è stato martoriato e maltrattato adesso necessitiamo di tutto ciò che possa costituire valore aggiunto nella crescita del territorio, e costituirsi parte civile nei processi contro il malaffare e la mafia, non è solo un atto dovuto ma un modo per riscattarsi dallo stereotipo di Bagheria quale città di mafia e per dare speranza alle giovani generazioni”.
“I sindaci del comprensorio al di là di ogni colore politico di appartenenza” – aggiunge Sciortino – stanno conducendo uno dura lotta contro il malaffare, lottando anche contro bilanci asfittici, ma per uscirne vincitori abbiamo bisogno della vicinanza dello Stato”.
Il primo cittadino ha poi accennato all’idea di destinare, quando arriveranno i fondi, una ingente somma al progetto banca etica, promosso dall’associazione antiracket e antiusura per il micro credito e per aiutare le famiglie che rischiano di cadere nelle mani di usurai.
Il valore della costituzione di parte civile da parte dei comuni e delle associazioni, l’appoggio alle vittime durante i processi, i forti segnali di cambiamento, l’attacco ai patrimoni dei mafiosi, la fiducia della cittadinanza nelle forze dell’ordine e della magistratura, il ruolo della collettività, l’influenza della stampa, i casi concreti: “talpe”, “grande mandamento”, gli arresti, le vittime che si ribellano, di questo e molto altro si è discusso nel lungo convegno che ha visto un pubblico formato prevalentemente da addetti ai lavori, tra questi anche il procuratore distrettuale antimafia Francesco Messineo.
Particolarmente interessante ci è sembrato l’intervento del procuratore aggiunto della Dda di Palermo, Ignazio De Francisci: “la costituzione di parte civile da parte dei Comuni non deve essere un alibi per non fare altro contro la mafia! – dice De Francisci – non è un lascia passare per fare ciò che si crede più opportuno. “Vigilare sulle vostre amministrazioni, sui vostri uffici tecnici, è un vostro dovere etico” – dice il magistrato ai sindaci.
“Cosa nostra infatti non è invincibile ma spesso è invisibile, si annida alla base della nostra democrazia, pensa di poter controllare i Comuni, non permetteteglielo, la vostra deve essere un’antimafia quotidiana!”.
Ha citato la legge regionale di cui si è dotata la Regione, Calogero Speziale, presidente della Commissione regionale Antimafia, ”questa nuova legge di contrasto alla mafia prevede, fra l’altro, l’obbligo della costituzione di parte civile in tutti i processi contro la criminalità organizzata. E’ un primo, importante segnale di incoraggiamento alle vittime a cui vogliamo dire che non saranno lasciate sole nelle sedi giudiziarie. Rivolgendosi poi al rappresentante dello Stato, Speziale ha sottolineato che la legge nazionale che prevede l’istituzione del fondo unico di giustizia per la gestione del patrimonio confiscato alla mafia eliminando di fatto lo spirito risarcitorio legato alla procedura normativa che aveva creato il fondo di legalità penalizza la Sicilia.
I beni dei mafiosi devono restare, una volta confiscati, a disposizione della Regione di appartenenza a beneficio di tutta la comunità. Al danno si aggiunge la beffa – conclude Speziale che chiede al Governo che venga ripristinato lo spirito risarcitorio della norma affinché i beni confiscati ai boss vengano utilizzati nei territori a cui appartengono.
Al termine del lungo incontro il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo illustra le azioni che il Governo sta mettendo in campo “ per impedire ai mafiosi di condizionare l’economia del Paese e della Sicilia”.
Tra le azioni il Ministero della Giustizia “procederà ad ulteriori approfondimenti per verificare la possibilità di garantire un ruolo più importante alle associazioni antiracket strumenti essenziali per la crescita del territorio”.
Riferendosi poi alla costituzione di parte civile degli Enti locali, delle Istituzioni e delle associazioni il sottosegretario precisa “è una scelta di campo in cui anche la collettività deve fare la sua parte, essa dovrebbe considerarsi fisiologica perché rappresenta il rifiuto del circuito criminale ed ha un forte valore simbolico, è un modo per partecipare alle azioni di legalità”.
“Sono particolarmente soddisfatto di parlare in questo polo della sanità regionale – riferisce il senatore che sottolinea come villa Santa Teresa, attraverso la sua amministrazione giudiziaria, dimostri che si può amministrare bene, in nome e per conto delle Istituzioni ma anche in nome dei molti siciliani onesti.”