La sfida social, il SUV, l’alta velocità, lo schianto: sono gli atroci ingredienti che hanno portato alla morte di un bambino di 5 anni a Roma, nella cona di Casal Palocco.
L’incidente è avvenuto nella giornata di mercoledì 14 giugno, a Roma, nella zona di Casal Palocco. Coinvolti nel mortale schianto un SUV Urus Lamborghini, con cinque passeggeri a bordo e una Smart Fourfour con a bordo madre e i due figli.
Ad avere la peggio nello scontro la piccola Smart: la madre alla guida, di 29 anni, e la figlia più piccola, di 3 anni, trasportate in codice rosso all’ospedale Sant’Eugenio, mentre il figlio di 5 anni, purtroppo, è deceduto poco dopo il suo arrivo all’ospedale Grassi di Ostia.
Il commento: Quando non sappiamo con chi prendercela quando non vogliamo assumerci responsabilità semplicemente diciamo: È colpa dei social!
Qui i social sono solo marginali, qui i social sono solo una vetrina amplificata. La questione è un’altra. Questi ragazzi irresponsabili non sono stati correttamente seguiti dai genitori, dalla scuola, dalla società. Sono degli irresponsabili che non si sono lontanamente posti il problema che le loro azioni potevano avere delle conseguenze, catastrofiche come poi sono state, strappando la vita ad un bambino di 5 anni.
Un’auto di grande cilindrata un Suv Lamborghini, dato in mano ad un ragazzo indagato che è risultato anche positivo ai cannabinoidi.
Qualcuno gli aveva spiegato che mettersi in auto per tante ore e a quella velocità era una cazzata? Qualcuno gli aveva detto che partecipare a sfide idiote produce delle conseguenze? Qualcuno aveva controllato i loro cellulari? Gli aveva spiegato che pubblicare ovunque azioni idiote produce sempre una reazione di sbagliata di emulazione? Evidentemente no, se hanno fatto comunque questa pazzia.e per di più drogati.
I social non sono la causa, i social gli sono serviti solo per il loro desiderio edonistico di apparire e apparire ai più.
Queste azioni insulse e criminali alcuni giovani, quelli abbandonati a sé stessi soprattutto, le facevano anche prima, oggi hanno solo uno strumento in più per metterle in piazza.
Non è dunque il “non uso dei social” che dobbiamo promulgare ma l’uso consapevole e responsabile di questi strumenti, partendo anche dai minori. A tal proposito vi ricordo il progetto firmato #Pasocial di cui sono ideatrice #SocializziAmo, un semplice decalogo, per fasce d’età, per l’uso consapevole e responsabile dei social.
Mamme, papà e insegnati lo trovate qui: https://www.pasocial.info/social-e-minori/
Avere tutti oramai, uno smartphone in mano, non ci autorizza ad usarlo senza rispetto nei confronti di chicchessia. Delle regole, delle linee guida, delle semplici istruzioni per l’uso consapevole servono e sono necessarie. Facciamo tutti carico di spiegare ai nostri figli come si usano e quanto possono essere utili e non dannosi.