La vicepresidente del Gus Sicilia, Marina Mancini: “Anche l’informazione cura.”
Si chiama “Curarsi in Sicilia” ed è il progetto promosso dalla testata giornalistica Insanitas con il contributo del Dasoe (Dipartimento delle Attività Sanitarie ed Osservatorio Epidemiologico) dell’assessorato regionale della Salute che analizza il rapporto fra comunicazione in sanità e la riduzione della mobilità passiva, ed in particolare come una corretta comunicazione può contribuire a ridurre la fuga dei pazienti verso altre regioni. Nell’ambito del progetto, si è svolto il 30 gennaio 2024 il convegno “Mobilità passiva. Come una corretta comunicazione può ridurre i Drg (Diagnosis Related Group) di fuga”.
Dai vari interventi tecnici di medici e dirigenti sanitari è emersa, forte, l’esigenza che sia indispensabile attivare processi di informazione e comunicazione per migliorare la capacità di aggiornare i cittadini e renderli edotti sulle eccellenze sanitarie presenti nell’Isola.
Al convegno presente anche l’Associazione Siciliana della Stampa con l’intervento della vice presidente del GUS, Gruppo Uffici Stampa, Marina Mancini.
Di seguito il suo l’intervento:
Da diverse ricerche si evince che ogni anno più di 1 milione di Italiani emigra per accedere a prestazioni sanitarie che hanno dei costi elevati soprattutto per le regioni del Sud.
Questo trend per forza di cose a causa della pandemia si è ridotto ed i siciliani hanno scoperto che avevano delle eccellenze anche sotto casa.
Da una ricerca dell’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, così come dallo studio di Innogea si attesta che la mobilità passiva persiste anche per patologie che in Sicilia ricevono cure di eccellenza.
Ebbene questo significa che è necessaria una fitta attività di informazione che renda note tali eccellenze.
A dimostrare la necessità dell’attività giornalistica nelle PA anche la pandemia: durante il lockdown molte attività furono chiuse. Eravamo bloccati tutti in casa. Con quali modalità gli enti pubblici comunicavano con i propri cittadini per continuare a poter fruire di alcuni servizi? Proprio attraverso le attività di Informazione e comunicazione tanto che tali azioni rientrarono tra i servizi indispensabili, quelli che non dovevano fermarsi, secondo quanto disposto dal Dpcm del 22 marzo del 2020.
E a proposito dei Dpcm l’attività degli uffici stampa servì anche per spiegare ai cittadini le varie regole e norme che si susseguivano per combattere il Covid 19. Gli uffici stampa e la comunicazione istituzionale ha avuto un ruolo fondamentale per combattere le fake news, le bufale e tutte le fandonie che imperavano ovunque inclusi i social network dove anche lì, l’informazione corretta e verificata è stata fondamentale. Ecco perché anche per le pubbliche amministrazioni è utile informare attraverso i social network
Per questo come Assostampa e come Gus plaudiamo quando incontriamo enti pubblici e soprattutto amministratori e dirigenti che comprendono che l’informazione istituzionale non è propaganda ma è servizio al cittadino e come tale deve essere garantito ai cittadini al pari di altri servizi garantiti costituzionalmente e per norma.
E a proposito di norma non possiamo non citare la legge 150/00, una legge bipartisan, che ha avuto il grande merito di aver disciplinato, per la prima volta, le attività di Informazione e Comunicazione delle pa individuato le giuste figure ed uffici: uffici stampa con giornalisti iscritti all’Ordine, Urp con comunicatori laureati in scienze della comunicazione o lauree equipollenti e portavoce per la comunicazione politica.
Purtroppo però è stata anche una tra le leggei più disapplicate dalla PA, in quanto imperfetta perché non sanzionatoria. Da quel lontano 2000 sono passato 24 anni e oggi quella legge è inevitabilmente obsoleta; per questo si parla di “151”, per questo si parla di processo di riforma.
E sebbene a livello centrale sembra che ci sia un nuovo rallentamento verso la riforma, è bene ricordare che il processo di svecchiamento è comunque iniziato: il 9 gennaio del 2020, a pochi giorni dalla esplosione della pandemia in Italia, si costituì un tavolo di lavoro al quale sedevano il ministero della Pubblica Amministrazione con il suo dipartimento della Funzione Pubblica, il Formez, l’Ordine dei giornalisti, la Federazione nazionale della stampa, Ferpi, le Università, Pa Social Agcom, Gus e Aicpi.
Scopo dei tavolo: riformare la 150 alla luce delle innovazioni tecnologiche e della nuova comunicazione digitale, tavolo cui poi si aggiunse un secondo gruppo di lavoro di cui anche io sono sta parte attiva per la realizzazione di una social media policy nazionale.
Ne uscì un documento (Link al documento: https://www.funzionepubblica.gov.it/articolo/dipartimento/15-06-2020/riforma-della-comunicazione-pubblica-proposte-operative-10-punti ) cui anche noi come Gus Sicilia abbiamo contribuito con una nostra proposta. Il documento del TdL doveva essere la base per la scrittura della nuova norma e dal quale, forte, veniva fuori la necessità della presenza di un ufficio unico o struttura unica, a seconda della grandezza degli enti, nel quale operassero giornalisti per le attività di informazione, comunicatori per la comunicazione e customer satisfaction ed esperti di digitale o social media manager per l’aspetto tecnico dell’uso e “costruzione” dei social della Pa.
Nel frattempo il 16 novembre 2022 l’Aran e i sindacati hanno sottoscritto il nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il triennio 2019-2021,dove vengono confermati i profili dello specialista nei rapporti con i media alias il giornalista pubblico per il settore dell’informazione e lo specialista della comunicazione istituzionale, il comunicatore per il settore della comunicazione già indicati nel precedente contratto, frutto di un lavoro messo in campo anche dalla FNSI.
Ora occorre che parta la stagione dei concorsi affinché ogni ente pubblico abbia la sua struttura di informazione e comunicazione, abbia il suo ufficio stampa non per fare propaganda – è quanto devono comprendere i nostri politici – ma per offrire un servizio ai cittadini che, dal canto loro, devono pretendere tale servizio, per fare trasparenza, per rendicontare e portare avanti processi di accountability.
A livello regionale il nostro sindacato si è particolarmente impegnato su questo fronte per far comprendere quanto siano utili i giornalisti nella Pa e di conseguenza l’istituzione degli uffici stampa che sono spesso facilitatori e fonte di informazione, sul modello delle agenzie di stampa, per i colleghi della stampa generalista.
Non è facile e spesso le situazioni più ostiche riguardano gli enti locali, i comuni dove talvolta sono persino i sindaci a scrivere e diramare comunicati stampa, in barba al reato di esercizio abusivo della professione, o a gestire le pagine social.
Così non è più possibile agire e per fortuna registriamo un’inversione di tendenza.
A livello regionale abbiamo potuto contare sull’apporto dell’Assessorato alle Autonomie locali e Funzione Pubblica che ha emanato la circolare n.22 del 19 maggio 2022, meglio nota come direttiva “Zambuto” firmata oltre che dall’allora assessore anche dalla dirigente del dipartimento Autonomie locali Margherita Rizza.
Anche in questo caso l’attività di supporto della segreteria regionale di Assostampa e il direttivo del Gus è stato determinante.
A distanza di poco tempo registriamo un altro successo la circolare “Razza” cosiddetta per la sottoscrizione da parte dell’allora assessore alla Sanità Ruggero Razza e dal dirigente generale Mario La Rocca, documento che apre ai concorsi negli uffici stampa della sanità siciliana e introduce il giornalista pubblico nelle aziende sanitarie anche questo frutto delle proposte del Gus dopo la redazione di un dossier sullo stato dell’informazione della sanità in Sicilia.
E ancora nei giorni scorsi, Il direttivo del GUS Sicilia ha predisposto un documento “Giornalisti pubblici nel Servizio Sanitario Regionale: rilievi e proposte al DASOE per il miglioramento delle attività di Informazione e Comunicazione”, consegnato dal presidente del GUS, Vito Orlando , al dirigente generale del Dipartimento Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico della Regione Siciliana, Salvatore Requirez che si è rilevato particolarmente illuminato nel comprendere l’importanza del ruolo del giornalisti e dell’informazione in Sanità.
Si tratta di documenti che forniscono indirizzi univoci che mettono finalmente ordine, così come da tanti anni auspicato dal nostro sindacato, nel settore e nella materia degli uffici stampa della nostra Regione.
Solo valorizzando le attività di informazione e comunicazione e dunque le giuste professionalità si potranno far conoscere le eccellenze sanitarie presenti nel nostro territorio, cosa che è fondamentale in termini di qualità del patient journey e ovviamente in termini economici sia per il paziente che per la Regione di provenienza.
E’ evidente quindi il ruolo strategico della comunicazione istituzionale, rigorosa e di servizio che orienti al meglio i cittadini.
Fondamentale infine pubblicare on line sui siti e social istituzionali tutte le informazioni utili a pazienti e cittadini per spiegare al meglio le opportunità di cura che si possono offrire loro, perché anche l’informazione cura!